domenica 31 luglio 2011

PROGETTARE GLI SPAZI DEL MANGIARE


Artec si occupa di progettazione e interior design di locali commerciali specializzati nel settore alimentare, e principalmente bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti.
In quanto luoghi di consumo del cibo, la loro progettazione non può occuparsi solo degli aspetti qualitativi e quantitativi dello spazio fisico, ma è per forza parte di un progetto più ampio, che spesso esula dalla logica disciplinare, e che è legato principalmente al valore simbolico, sociale, culturale attribuito, seppur inconsciamente, al cibo.
Quanto detto implica la necessità di effettuare studi incrociati che rendono complessa la progettazione. Possiamo anzi dire che esiste una complessa cultura del mangiare, che coinvolge molteplici aspetti, e che si tramanda attraverso un sistema di norme ed eccezioni, che non si configurano solo come progetto d’uso dell’ambiente fisico, ma partecipano attivamente alla sua formazione.
Certo un tema così specifico come quello della progettazione degli "spazi del mangiare", così legato all'ambito culturale in cui si inserisce, non può prescindere da alcune considerazioni generali sulle trasformazioni della società che è fruitrice di quegli stessi spazi. Innanzitutto abbiamo assistito negli anni passati ad un processo di globalizzazione che ha coinvolto molti settori tra cui anche quello alimentare, con conseguente omogeneizzazione o azzeramento delle caratteristiche specifiche di paesi e culture, in nome di una fusione di razze e costumi pronta ad allargare il nostro universo oltre i confini territoriali; ciò nel campo dell’alimentazione ha provocato una spaccatura tra cibo e territorio, tra il momento della produzione di uno specifico prodotto e il momento del suo consumo.

A questa fase di fusione e omologazione, si è poi affiancata una seconda fase, dialettica rispetto alla prima, in cui il particolare è tornato ad emergere sul generale, il locale sul globale.  Essa ha teso a ridare un “senso” al cibo, attraverso la conoscenza dei processi di produzione, la provenienza territoriale e la loro collocazione storico-culturale, ma anche attraverso una rieducazione al “gusto”, un concetto questo, assai ampio ed applicabile ai settori più svariati della cultura, ma che dal cibo trae gran parte del suo significato simbolico e primordiale.

Ma alla sempre maggiore ricerca sui cibi, sul loro rapporto con il territorio e sulla loro storia, non c’è ancora un adeguato studio degli spazi in cui essi vengono consumati, o meglio non c'è la diffusione di una cultura pluridisciplinare che riesca ad interpretare e tradurre in spazio fisico i diversi ambiti antropologico, sociale, psicologico, culturale.

Lo scopo delle nostre pubblicazioni è quello di divulgare la conoscenza acquisita, dialogare con colleghi architetti e interior designers, ma anche con appassionati di arredamento, e mettere a disposizione di tutti il nostro lavoro di ricerca. "Arrediamo con gusto" vuol essere in questo senso una finestra verso questa visione inter e pluri disciplinare, il tentativo di colmare una lacuna spesso presente nella progettazione di questi spazi.

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